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Dal
discorso di presentazione della Mostra d'Arte a cura AUSER, col patrocinio
del Comune di Verona
IV Circoscrizione / S.Lucia, 3 Dicembre 2005.
Follia
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…
ecco, ad esempio, queste due opere risultano molto belle; questa prima
in particolar modo (Follia, Tecnica mista su carta), io la trovo molto
interessante perché è un'opera che nasce da una dimensione profonda
ed intima.
Non è un'immagine, non è un pezzetto di realtà, è proprio una dimensione
diversa, è una dimensione che ha l'uomo, è la paura della follia.
Io penso che questo quadro sia veramente interessante, perché porta
in evidenza quella che è una paura dell'uomo, quella di perdere il
senno, e nello stesso tempo la traduce in questa frammentazione di
un volto, che nasce anche da una forma quasi casuale di lavoro ….
vedete bene …. della materia.
Infatti, vedete che non c'è un totale autocontrollo della pittrice
… che si abbandona.
A me piace moltissimo questo lavoro, proprio perché non è la semplice
riproduzione di una immagine, è invece una paura che viene direttamente
fuori con la sua dimensione tragica … vedete che ci sono due occhi
che sono completamente dilaniati da questa dimensione folle. |
E anche il paesaggio (La Costa, Olio su compensato) è un paesaggio
dove, invece di mettere su colore, ne è stato tolto; sembra quasi
un De Pisis, è una pittura dove, vedete qua, è proprio stato tolto
il colore, per cui invece di accumulare si toglie, il che è un elemento
di grande sapienza, come quando si è vecchi e si vedono le cose con
semplicità, come quando l'esperienza ci permette di cogliere nella
semplicità l'essenza delle cose che accadono.
E la pittura si fa scarna, proprio per questo voler alleggerire la
vita da sovrastrutture, proprio per evidenziare il senso reale della
vita stessa, per farla diventare veramente libera.
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La
costa rossa
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